10 Principi per la Carta di Roma Comune – 1 bozza di discussione
10 Principi per la Carta di Roma ComuneAi??
1 bozza di discussione
1)Il patrimonio pubblico di Roma appartiene ai suoi cittadini, si configura come bene comune e non A? alienabile.Per risollevare la cittAi??, la strada da seguire non A? quella della vendita dei beni pubblici ma, al contrario, quella del rifiuto del debito, di un debito prodotto dal malgoverno e dalle dinamiche speculative. Non certo dai cittadini. Ne dichiariamo pertanto la sua illegittimitAi??. Questo principio A? stato giAi?? scritto, dalle ventimila persone scese in piazza il 19 marzo, al grido di ai???Roma Non Si Vendeai???, e resta un principio fondativo. Da qui non si torna indietro.
2)Lai??i??uso del patrimonio pubblico deve rispondere ai bisogni e alle esigenze dei cittadini di Roma. Allo stesso modo, lai??i??espansione della proprietAi?? privata deve essere limitata dalla sua funzione sociale. La Carta di Roma Comune introduce il principio dellai??i??uso comune di ciA? che A? comune. Oltre la proprietAi??, pubblica e privata, viene introdotta una terza tipologia: lai??i??uso comune. La proprietAi?? pubblica A? ai???di tuttiai??? ma nello stesso tempo ai???di nessunoai???. La proprietAi?? privata distingue, in negativo, il ai???mioai??? dalAi?? ai???tuoai???. In entrambi i casi, prevale il principio dellai??i??esclusione. Lai??i??uso comune si fonda invece sullai??i??apertura, sullai??i??inclusione e sulla partecipazione.
3)Le esperienze sociali che hanno garantito, in questi anni, un uso comune del patrimonio pubblico, in senso solidaristico e mutualistico, sono legittimate dalla loro stessa attivitAi??. Per questa ragione non sono illegali. E neanche legali. Sono legittime. La legalitAi??, senza la legittimitAi??, A? pura astrazione e vuoto formalismo che separa la politica dalla societAi??. La legittimitAi?? modifica la legalitAi??, la adatta alle trasformazioni della societAi??. Per questa ragione, la difesa degli spazi sociali e delle altre esperienze di mutualismo non costituisce soltanto una difesa della propria esistenza, ma lai??i??affermazione di unai??i??altra idea di cittAi??. E di unai??i??altra politica.
4) Al di sopra della legalitAi?? statale e amministrativa, cai??i??A? unai??i??altra legalitAi??, la legalitAi?? costituzionale. La Carta di Roma Comune si ricollega ad alcuni dei principi piA? avanzati della Costituzione italiana. Facciamo degli esempi: Art. 2: principio della tutela delle formazioni sociali e dei corpi intermedi; Art. 42: principio della finalizzazione sociale della proprietAi??; Art. 43: principio della socializzazione dei beni produttivi e dei servizi di interesse generale; Art. 45: principio della tutela della cooperazione mutualistica; Art. 118, principio della sussidiarietAi?? orizzontale. In questo modo, si riapre il campo dellai??i??attuazione della Costituzione e della creazione del diritto vivente.
5)Le esperienze sociali consentono lai??i??effettivitAi?? dellai??i??esercizio di alcuni diritti fondamentali. La loro esistenza rappresentapertanto una necessitAi??. Tale necessitAi?? costituisce a tutti gli effetti una fonte che produce nuovo diritto, un diritto sorgivo. Il diritto non A? solo quello prodotto dallai??i??autoritAi?? dello Stato. Il diritto nasce dalle pratiche, dalle convenzioni, dalle consuetudini, dagli usi. Questo diritto sorgivo reclama un riconoscimento da parte delle istituzioni, ma A? giAi?? diritto, prima di questo riconoscimento. Nessuno potrAi?? piA? cancellarlo.
6)Gli spazi sociali e le altre esperienze di mutualismo e solidarietAi??, sono entitAi?? autonome, che si autoregolano allai??i??interno della loro comunitAi?? di appartenenza. Autonomia significa ai???darsi le regole da sAi??ai???. Ma autonomia A? anche apertura della singola entitAi?? o comunitAi?? autonoma alla relazione con lai??i??altro. Per questa ragione, prima di ogni delibera o regolamento imposti dallai??i??alto, hanno prioritAi?? e precedenzale scritture collettivedei singoli statuti di autogoverno. Stiamo tracciando una linea di garanzia della nostra libertAi??. Una linea oltre la quale nessun provvedimento possa piA? andare.
7) La Carta di Roma Comune valorizza la dimensione storico-temporale delle esperienze di autogestione e di mutualismo. Il grigio tecnicismo delle amministrazioni di questi anni ha ignorato la storia, come la geografia, della cittAi?? di Roma. Da qui deriva la delibera 140 del 2014, che configura il bando pubblico come uno strumento di esclusione. La Carta di Roma Comune riconosce, in via definitiva, che queste esperienze sono parte integrante della cittAi?? e non possono essere bandite. Riconosce la loro storia, e la loro presenza insostituibilenel tessuto urbano della cittAi??. Le riconosce, perciA?, come istituzioni sociali.
8) La Carta vuole essere punto di partenza per promuovere una delibera che introduca, nella cittAi??, il riconoscimento dei beni comuni urbani, per le generazioni presenti e per quelle future. Gli spazi sociali, le associazioni virtuose, i centri culturali, le fabbriche riconvertire e le nuove esperienze di lavoro cooperativo, quei ai???corpi intermediai??? che si oppongono allo sfruttamento dellai??i??uomo sullai??i??uomo e che si sottraggono al profitto individuale, devono essere riconosciuti come nuovi beni comuni urbani.
9) I beni comuni urbani sono tali perchAi?? riconosciuti dalla comunitAi?? come funzionali allai??i??esercizio dei diritti fondamentali delle persone. La Carta richiama cosAi?? la definizione che dei beni comuni ha dato la commissione RodotAi??. La comunitAi?? riconosce il bene come inappropriabile e, nello stesso tempo, il valore sociale dei progetti e dei servizi che allai??i??interno di quel bene, e grazie a quel bene, si svolgono. In questo modo, il valore sociale di queste esperienze, giAi?? riconosciuto dalla delibera 26 del 1995, viene recepito dalla Carta e sviluppato in avanti.
10) I beni comuni urbani si fondano sulla relazionalitAi??, sulla cura condivisa e sullapartecipazione nei processi decisionali che informano la vita di uno spazio sociale. Nello stesso tempo, uno spazio rientra nella categoria dei beni comuni urbani se favorisce processipartecipativi e decisionali sulla vita del quartiere e della cittAi?? nel suo complesso. La Carta di Roma Comune persegue perciA? la tutela degli spazi sociali, e ne promuove il loro sviluppo in quanto luoghi di autogoverno.
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